“Sono don Vico”, rispondeva con tono deciso e marcato al “pronto, chi parla?” di chi sollevava il ricevitore allo squillo del telefono. Era “il Vico”, per gli amici.
Conosciuto da tutti come don Vico, il direttore del coro, l’organista, il musicista. Don Vico Cazzaniga: quel pretone energico, alto e robusto, con i capelli corti e sempre neri, che aveva un carattere burbero e un cuore grande, un modo di fare sbrigativo e sobrio e una passione sconfinata per l’arte della musica; quello che, tra i canonici del Duomo di Monza, sopportava il collarino solo nelle occasioni ecclesiastiche ufficiali; il maestro di cappella, che aveva mani temibili e innocue, decise nello scrivere le note sui righi in accordi di settima, agili e veloci sulle tastiere d’organo quando suonava le fughe di Bach o le Litanie di Alain, leggére e imperative quando dirigeva un mottetto ad otto voci miste o una “cantata” per soli, coro e organo; il professore di religione di mezza Brianza al liceo Frisi di Monza, l’educatore e amico di migliaia di giovani, il sciòr curà dei parrocchiani di Lomagna, l’infaticabile e intraprendente viaggiatore alla guida della sua Cinquecento o dell’Ottoecinquanta di allora, il montanaro solitario di ogni martedì, con scarponi, zaino, bastone e breviario, per salire e contemplare le sue montagne, per parlare al Signore più da vicino. Era don Lodovico (e ammoniva che non si scrivesse Ludovico) Cazzaniga.
Nato a Monza il 14 settembre 1929, figlio d’arte (suo padre era anch’egli musicista e organista del Duomo), primo di 6 fratelli, divenne sacerdote nel 1952. Attento e devoto cultore di musica sacra, predispose una tesi di laurea in canto gregoriano. Quando il padre morì, lo sostituì come organista e divenne maestro di cappella del Duomo, dedicandosi alla formazione di un coro polifonico.
Essendo a contatto con i giovani come insegnante di liceo, ebbe occasione di incontrare don Luigi Giussani, fondatore di GS (Gioventù Studentesca), poi divenuta CL (Comunione e Liberazione), che gli affidò la responsabilità educativa degli studenti a Monza e che, spronando in particolar modo la sua passione per la musica e per il canto corale come servizio alla Liturgia e alla vita stessa della comunità, gli affidò anche l’incarico di seguire il coro a Milano.
A metà degli Anni Sessanta, don Vico dirigeva il “Coro Milano”, composto da un folto numero di studenti delle scuole superiori.
Per 37 anni, il momento clou del Coro e di don Vico fu il “Concerto di Natale”, un momento di ritrovo di tutta la Comunità milanese di GS e CL (e non solo), per ascoltare la meditazione proposta dal Coro sul Mistero del Natale. A Monza, poi, per la festività patronale di San Giovanni, aveva fatto risuonare la sua cattedrale, come nel ‘700, con le note degli oratori barocchi di Bach, di Haendel e del maestro di cappella monzese Bernardo Zucchinetti, di cui aveva recuperato i testi nell’archivio del Duomo, trascrivendoli ed eseguendoli in prima assoluta con coro e tanto di orchestra di archi e di fiati.
Don Vico continuò fino all’ultimo a dedicarsi al Coro Milano, nelle prove settimanali e nei concerti, anche quando fu parroco per più di 10 anni a Lomagna, poi a Senago e, successivamente, collaboratore del parroco della chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago.
Nel giugno 2003, nella S. Messa conclusiva della stagione di lavoro del Coro Milano, prima delle vacanze, si congedò da tutti, annunciando il suo desiderio di effettuare un pellegrinaggio mariano. Il 1° luglio, partì in auto per Medjugorje, da solo, come spesso era solito fare. Il 3 luglio, sotto un sole cocente, salì fino alla Collina delle Apparizioni per la preghiera. A sera, fu atteso inutilmente per la Messa e nemmeno rientrò in albergo alla notte. Scattarono lunghe, instancabili e infruttuose ricerche in tutta la zona. I suoi resti mortali, però, furono ritrovati casualmente da un pastore solo dopo due anni e mezzo, sul monte, l’8 dicembre 2005, giorno dell’Immacolata Concezione.
I Suoi amici del Coro, che nel maggio 2009 vi si recarono in pellegrinaggio, lasciarono sul monte Krizevac una targa di ricordo: Vergine Immacolata, Ti affidiamo il nostro caro don Vico che, seguendo don Giussani, ci ha insegnato a lodarTi nel canto. Qui a Medjugorje ha terminato il suo cammino nel tempo ed è entrato nell’Eterno.
Luigi Filippo Colombo
(Presidente Associazione Coro Milano)
Discorso per il 25mo di sacerdozio
Testimonianze e articoli
Articolo Sr Maria Gloria Riva |
Lettera S.E. Negri per Don Vico |
Abbazia Santa Maria Rossa in Crescenzago |
Un amico, una storia, una passione |
10 anni senza Don Vico |
Articolo Tracce |
San Pietro Martire – Foto 1 |
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